BREVI CENNI STORICI SU MARSALA. La città di Lilibeo fu fondata agli inizi del IV sec. a.C. dai Cartaginesi e dagli abitanti di Mozia scampati all’assedio del tiranno Dionisio di Siracusa (397 a.C.) Il nome Lilybaeum secondo lo storico Diodoro Siculo deriva dalla fonte “Lilube” che sgorgava presso la costa del promontorio di Capo Boeo, secondo altri potrebbe derivare da “ad Libiam”, per la vicinanza con l’Africa del Nord, allora chiamata Libia. Caposaldo della supremazia cartaginese nella Sicilia occidentale e dinamico centro commerciale e artigianale, fu assoggettata dai Romani solo in seguito alla Battaglia delle Egadi che pose fine alla Prima guerra punica (241 a.C.).

Nel periodo ellenistico fu una fiorente città multietnica in cui convivevano pacificamente Punici, Greci e Romani. Cicerone, questore a Lilibeo tra il 76 e il 75 a.C., la definì “splendidissima civitas”; Sesto Pompeo durante le guerre civili ne fece un importante caposaldo del suo predominio sulla Sicilia (39-36 a.C.). Municipio in età augustea, divenne colonia agli inizi del III sec. d.C. sotto l’imperatore Settimio Severo. Fu sede di una fiorente comunità cristiana e diocesi al tempo di Papa Zosimo (inizi V sec. d.C.). Nel 440 d.C. fu devastata dai Vandali di Genserico, quando probabilmente fu anche imprigionato il vescovo Pascasino.

IL MUSEO "BAGLIO ANSELMI" E IL PARCO ARCHEOLOGICO. Il Baglio Anselmi, ex stabilimento vinicolo ottocentesco, dal 1986 ospita il museo archeologico regionale in cui sono esposti i più rappresentativi reperti provenienti dagli scavi di Lilibeo e i resti delle due navi, Punica e Romana. Il museo sorge all'interno dell’Area archeologica di Capo Boeo che si estende per 28 ettari ed è delimitata, lungo la costa, dal Lungomare Boeo e, sul lato interno, da Viale Isonzo/Via Cesare Battisti e da Via Isolato Egadi. Essa è rimasta quasi del tutto libera da sovrapposizioni ed intatta dal punto di vista archeologico, in quanto l’impianto urbano medievale e poi moderno si è arretrato dalla linea di costa attestandosi su un quadrilatero delimitato da mura.

L’area del Capo Boeo, dunque, conserva una considerevole parte dell’abitato dell’antica Lilybaeum che si estendeva fino al mare e per questo motivo è stata risparmiata dall’espansione edilizia sin dalla fine dell’Ottocento, quando iniziarono ad emergere rovine in seguito a diversi lavori di pubblica utilità.
All’ interno del parco si possono ammirare gli scavi archeologici che hanno portato alla luce il decumano massimo e la plateia aelia; l’insula probabilmente di un ricco cittadino, dotata di terme private; le terme pubbliche e le parte delle vecchie fortificazioni.

LA NAVE PUNICA E LA NAVE ROMANA. La nave punica è stata scoperta nel 1969 al largo della punta nord-occidentale dell’Isola Grande (meglio nota come “Isola Lunga”), che separa lo Stagnone di Marsala dal mare aperto Il luogo del rinvenimento, lo specchio di mare tra le Isole Egadi e lo Stagnone, è noto per essere stato teatro della famosa “Battaglia delle Egadi”, combattuta nel 241 a.C. tra Cartaginesi e Romani, che pose fine alla prima guerra punica, con la schiacciante vittoria della flotta romana.

La nave romana è stata rinvenuta sul litorale di Marausa, ubicato tra Trapani e Marsala di fronte alle Isole Egadi, occupa una posizione geografica di collegamento tra la costa nord-africana e la Sicilia, importante nell' antichità sia dal punto di vista strategico-militare che commerciale. La ceramica rinvenuta attesta la funzione di nave oneraria, destinata al trasporto di derrate, quali frutta secca, vino e conserve di pesce, contenute in anfore. La compresenza di anfore, rivestite di resina e non, dimostra la varietà delle merci trasportate.

CHIESA DI S. GIOVANNI E ANTRO DELLA SIBILLA. E’ uno dei luoghi più suggestivi dell’Area archeologica di Capo Boeo e la testimonianza archeologica più antica della diffusione del Cristianesimo nella città romana di Lilibeo. La c.d. “Grotta”, caratterizzata dalla presenza di acque sorgive, nell’immaginario collettivo è legata sia al mito della Sibilla pagana che al culto di Giovanni Battista, il santo al quale è dedicata sin dal XII secolo la soprastante chiesetta. Sotto la chiesa un ipogeo, chiamato Antro della Sibilla o Grotta della Sibilla, che la tradizione vuole essere stato il sepolcro o la dimora della Sibilla Cumana o della Sibilla Sicula o Sibilla Lilybetana. Nel corso dei secoli la "Grotta" divenne parte integrante dell'edificio di culto e con essa comunicante attraverso due scale.

IPOGEO DI CRISPIA SALVIA. La tomba dipinta di Crispia Salvia, scoperta nel 1994, costituisce il più importante monumento della Necropoli di Lilibeo e al momento anche l’unico di questo tipo in Sicilia per la ricchezza della decorazione pittorica che ne riveste integralmente le pareti.

I suddetti siti di interesse storico-culturale possono essere visitati recandosi presso il museo "Baglio Anselmi", tuttavia la Chiesa di S. Giovanni e Antro della Sibilla, nonchè l'Ipogeo di Crispia Salvia sono fruibili ai visitatori previa prenotazione del tour (per info e prenotazioni https://www.turismocomunemarsala.com/museo-archeologico-lilibeo.html ).

CHIESA MADRE - Chiesa di San T. Becket. La leggenda narra che la chiesa fu costruita con un carico di colonne di marmo di Corinto, destinate ad una chiesa inglese da dedicare a S. Tommaso Becket, trasportate su una nave che naufragò al largo di Marsala. Interpretato l’evento come una volontà del Santo di realizzare in suo onore un luogo di culto. La storia della Chiesa Madre, in realtà, comincia in epoca normanna, quando fu costruita sui ruderi di una basilica paleocristiana e dedicata a San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury (martire, canonizzato appena qualche anno prima), per volere della regina Giovanna Plantageneta, figlia di Enrico II, moglie di Guglielmo II. Un primo ampliamento risale al 1497, altri interventi vennero realizzati nel ‘500 e nel ‘600.

Oggi la chiesa esprime un linguaggio composito, fatto di stili e di committenze diverse, che si sono dispiegate nel corso dei secoli tracciando una storia di devozione, arte e tradizione popolare. Una considerevole documentazione gaginiana è presente nella chiesa che ha assunto nel tempo anche la funzione di “museo”, accogliendo nelle sue cappelle dipinti e sculture destinati ad esse o ad altre chiese.

COMPLESSO MONUMENTALE S.PIETRO. Il complesso occupa l’area dove fino al XVI secolo esisteva la comunità ebraica. Ha ospitato le suore Benedettine dal 1418 – quando si trasferirono qui cedendo il loro antico monastero ai Domenicani - al 1913. I nuclei più antichi sono costituiti dai due portali ad arco acuto, da una torre e dalla chiesa. Oggi il Complesso San Pietro é un centro culturale polivalente: ospita il Museo Civico, con le tre sezioni archeologica, garibaldina e delle tradizioni popolari, con gli antichi costumi della processione del Giovedì Santo; la Biblioteca comunale "Salvatore Struppa", che custodisce più di 35 mila volumi, con un prezioso fondo antico.